lunedì 16 dicembre 2019

LUOGHI E NON-LUOGHI


Non- luoghi e media 


La scomparsa e la trasformazione delle culture può rappresentare una grave perdita per l'antropologia, ma può anche rappresentare il presupposto per la ricerca di nuovi oggetti di indagine,
Il rinnovamento della ricerca trova un contesto ideale negli ambiti metropolitani del mondo occidentale, che offre agli antropologi nuovi oggetti di studio.
Anche i processi di trasformazione di una cultura o di una fusione tra culture diverse, rappresentano una sfida per gli antropologi. Per l'antropologia si è aperto un nuovo capitolo: oggi gli antropologi sono chiamati a studiare le trasformazioni di società per molto tempo ritenute immobili e a osservare le forme di vita comunitarie all'interno delle metropoli multietniche e multiculturali.
Uno dei primi autori ad analizzare i contesti sociali metropolitani con l'etnografia e l'antropologia è stato Marc Augé. Lui ha dato due importanti contributi: l'indagine sui passeggeri della metropolitana, l'analisi dei "non luoghi"


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Augè: Luoghi e metrò
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Oggi gli antropologi studiano le trasformazioni delle società per molto tempo ritenute immobili e osservano le forme di vita comunitarie all'interno delle metropoli multietniche e multiculturali.
Il primo autore che analizzò i contesti sociali metropolitani fu l'antropologo francese Marc Augé.
 I due suoi contributi più importanti sono l'indagine sui passeggeri della metropolitana di Parigi e l'analisi dei "non-luoghi", nuovi spazi della contemporaneità.
 Augè definisce l'etnografia come l'analisi delle relazioni sociali considerate nel loro contesto, osservare con distacco e attenzione gli utenti della metropolitana è un tipo di indagine perfettamente rispondente agli scopi della sua disciplina Quello che cambia da prima è il tipo di contesto, in questo caso ci troviamo in uno scenario urbano tecnologicamente avanzato in cui le persone vivono contemporaneamente 3 dimensioni della cultura: locale, globale e virtuale Nel secondo volume si parla di "non-luoghi". In geografia e in antropologia, il luogo è uno spazio ben definito che possiede 3 caratteristiche:   

  • identitario
  •  relazionale 
  •  storico

Per Augè i non luoghi non possiedono nessuna di queste 3 caratteristiche, non hanno un'identità, non hanno una storia e non producono relazioni durevoli tra persone.  I non luoghi sono per esempio gli aeroporti, i centri commerciali, parchi divertimento, gli autogrill...: sono spazi del mondo contemporaneo adibiti del commercio, al trasporto e al tempo libero in cui le persone transitano o soggiornano per brevi periodi. I non luoghi sono uguali dappertutto, offrono gli stessi servizi e le stesse merci, sono progettati e arredati nello stesso modo, nel senso che rimpiccioliscono il mondo.
 I non-luoghi sono gli spazi di circolazione, comunicazione e consumo della "surmodernità": chi vi transita è un individuo anonimo, che riceve l'astratta identità di "cliente", possessore di una carta di credito, tessera o biglietto d'ingresso...

L'analisi etnografica dei media

Negli ultimi decenni del Novecento il metodo di indagine etnografico è stato applicato con successo anche a settori di ricerca diversi da quelli tradizionali degli antropologi, fino a confrontarsi con i gusti dei telespettatori dei serial televisivi. I mass media sono veri e propri produttori e trasmettitori di cultura, nonché veri e propri agenti di socializzazione, il metodo etnografico applicato alla loro analisi ha rinnovato gli studi in questo settore e ha permesso di fare importanti scoperte.
Gli Audience Studies sono un ambito di ricerca che ha origine in Gran Bretagna e negli USA. Gli autori si propongono di ottenere una conoscenza del pubblico radiotelevisivo più precisa e analitica di quella fornita dai dati quantitativi ottenuti, ad esempio con le rivelazioni degli ascolti realizzate dall'Auditel. Secondo questi autori, sono poco affidabili anche gli studi condotti in laboratorio, dal momento che risultano lontani dalle situazioni della vita reale e poco attenti alle molteplici modalità di fruizione. Essi preferiscono i metodi etnografici, perchè indirizzati alla rivelazione degli aspetti qualitativi, i più efficaci sono:
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  • analisi del contenuto dei programmi
  • focus group
  • osservazione
  • storie di vita
L'obiettivo è raccogliere testimonianze sulle preferenze degli spettatori, sul ruolo che occupano i media nella loro vita e su come alimentano il loro immaginario. Le domande a cui l'etnografia dei media radiotelevisivi cerca di rispondere sono:

  1.  quali sono i contenuti trasmessi dai media?
  2. come reagiscono gli spettatori alle proposte dei media?
  3.  quale uso dei contenuti trasmessi dai media fanno le persone nella vita di tutti i giornali?
  4.  qual è il contributo fornito dai media alla creazione di un immaginario individuale e collettivo?
Per capire come reagiscono gli spettatori e quale uso fanno dei media, l'etnografia predilige un metodo qualitativo di ricerche condotte sul campo con pochi soggetti, avvalendosi dei metodi dell'intervista libera, delle storie di vita, dell'osservazione all'interno di gruppi di ascolto.
Le ricerche sul  ripensamento individuale delle proposte televisive hanno rivelato che gli spettatori non sono cosi passivi come si pensava, ma hanno un atteggiamento oppositivo nei confronti dei contenuti dei programmi.
Oggi la televisione non è più un medium egemone, infatti l'approccio etnografico ai media ha dimostrato che sull'argomento "comunicazione di massa" non è possibile generalizzare: non esiste un pubblico televisivo o un utente medio, ma tanti pubblici e tanti spettatori con modalità diverse di ricezione e incorporazione dei media.













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