domenica 12 gennaio 2020

DALLA MAGIA AI NEW MEDIA: IL PENSIERO MAGICO


Il pensiero magico



Un tema che ha appassionato molti studiosi è quello del pensiero magico, studiato sia in se stesso, sia nei suoi rapporti con la religione e con la scienza. Infatti tra magia e religione intercorrono dei rapporti molto stretti, soprattutto se consideriamo tutte le religioni mondiali. Ad esempio esistono alcuni culti tribali, i quali oggetti simboli vengono ritenuti magici, perché dotati di speciali poteri. Il nesso è evidente soprattutto:

  •  nei riti di guarigione
  • nell'astrologia e nell'arte di predire il futuro tramite l'interpretazione di fenomeni naturali
  • nella lettura lettura degli organi di animali uccisi.
Ma cos'è in realtà la magia? Essa può essere definita in senso generale come la credenza nel potere del gesto e della parola. Le arti magiche comprendono formule verbali, invocazioni e pratiche con cui si ritiene di influire sugli eventi o sulla natura delle cose a fini benefici, nel caso della "magia bianca" oppure a fini malefici, con la "magia nera".
Inoltre vi è una distinzione tra magia naturale e magia cerimoniale. La prima mira a trasformare la natura inserendosi nel gioco delle sue leggi ed è l'antenata della scienza. Quella cerimoniale si prefigge di ottenere scopi benefici o malefici ricorrendo alle pratiche più varie, quali scongiuri, formule verbali ripetute, imposizione delle mani, aspersione di liquidi, contatto con oggetti...


Esistono numerosi termini legati alla magia e ognuno ha una storia interessante dietro di sé. L'opera di magia può essere chiamata in vari modi e ognuno di questi termini indica una particolarità:
  • "magia" indicava in origine la sapienza dei Magi persiani, sacerdoti il culto zoroastriano, che introdussero nella religione persiana elementi ebraici, greci,, babilonesi e del culto solare;
  • "negromanzia" indica un'antica arte divinatoria fondata sull'evocazione degli spiriti defunti e sulle pratiche effettuate sui cadaveri (dal greco nekros = morto e manteuo = predico);
  • "divinazione" designa l'arte di predire il futuro interpretando gli eventi;
  • "sortilegio" era una pratica divinatoria effettuata lasciando cadere dei bastoncini colorati e interpretandone le modalità di caduta o l'ordine di raccolta;
  • "incantesimo" si riferisce alle facoltà di soggiogare qualcuno, influire su di lui a distanza;
  • "malocchio" si riferisce all'influsso malefico esercitato dallo sguardo di persone diaboliche;
  • "stregoneria" è l'arte occulta e pericolosa di uomini e donne dediti alla magia nera;
  • "stregone" è un individuo provvisto di autorità sacrale che può compiere magie benefiche o malefiche a vantaggio o danno della sua comunità.


2 interpretazioni della magia: Frazer e Evans-Pritchard

I due antropologi che meritano di essere ricordati per le loro interpretazioni magiche sono James Frazer e Edwars Evans-Pritchard. 
Frazer nella sua opera "Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione" propose un'interpretazione che influenzò molti: egli individuò il:
  • principio di similarità, secondo il quale il simile produce il simile
  • principio di contatto, secondo il quale le cose che sono state a contatto continuano ad agire l'una sull'altro anche dopo la fine del contatto fisico.
I due principi danno origine alla magia omeopatica e alla magia contagiosa, entrambi rami della "magia simpatica", che si basa sull'esistenza di una segreta simpatia che rende possibili le azioni a distanza. Secondo Frazer la magia si basa sullo stesso principio della scienza moderna: l'universo è ordinato e uniforme, e in esso ogni causa è seguita da un effetto. Ciò che rende la magia un sistema di pensiero "prescientifico" è l'errata applicazione dei due principi del pensiero accennati prima.  Questi principi quando applicati correttamente producono scienza, quando applicati scorrettamente producono magia. La differenza tra scienza e magia risiede nella sterilità della magia.
L'antropologo Evans-Pritchard nel volume "stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande" racconta la sua esperienza con cacciatori, coltivatori e pescatori nel Sudan meridionale dove studiò il ruolo sociale della magia. Collocando il fenomeno magico in un contesto sociale ben preciso, l'antropologo scoprì che:

  • il pensiero magico completa il ragionamento empirico
  • la magia degli Azande era rivolta alle relazioni tra persone
  • la distinzione principale era tra stregoneria e fattucchieria 
  • con la magia in Azande venivano spiegate le disgrazie e malattie
Secondo Evans magia e stregoneria non hanno a che fare con il soprannaturale, ma sono profondamente umane, strumenti con cui difendersi dai nemici e attaccarli. Attraverso oracoli, esorcismi e vari tipi di rimedi esse danno vita a un sistema di credenze e pratiche assai difficili da smontare perché provvisto di una logica interna che lo sostiene e lo giustifica sempre.
















































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