Introduzione
Le sociologie comprendenti sono prospettive sociologiche che condizionano l'impostazione weberiana che vede l'azione sociale come oggetto proprio dell'indagine sociologica, e tendono a indirizzare le loro analisi verso fenomeni sociali di grandezza ridotta, come le interazioni quotidiane tra gli individui.
Per la loro attenzione alle interazioni tra gli individui e alla soggettività umana, e sociologie comprendenti rappresentano il paradigma che abbiamo definito "dell'azione" e costituiscono un fertile terreno di incontro fra la sociologia e altre scienze umane, come l'antropologia.
L'interazionismo simbolico
Il filone più significativo delle sociologie comprendenti è quello dell' interazionismo simbolico, una corrente di sviluppo intorno agli anni '30 del Novecento a partire degli studi del sociologo Georg Herbet Mead, che ha contribuito anche alla psicologia generale. L'espressione interazionismo simbolico si deve al sociologo Herbert Blumer, che ha definito gli assunti chiave della prospettiva interazionista in sociologia:
- gli esseri umani si comportano in base ai significati che le cose hanno per loro;
- questi significati sono il frutto di un processo di interpretazione che si sviluppa nel corso dell'interazione tra le persone.
L'interazionismo sottolinea con forza il carattere simbolico, più che materiale, della società, il suo costituirsi come insieme di "realtà" che hanno esistenza e valore nella misura in cui gli individui, nella loro reciproca interazione, glieli conferiscono. Le istituzioni sociali, famiglia, scuola, esistono solo a partire dalle azioni e dalle interazioni individuali; esse non sono vere e proprie strutture, ma processi in cui realtà e situazioni sono definite da una sorta di "negoziazione" tra le diverse prospettive sociali.
La concezione di Blumer ha orientato la ricerca sociologica verso un'approccio "dall'interno" alle situazioni e ai modi di vita delle persone, indirizzandola in direzione qualitativa.
Ha inoltre stimolato una particolare interpretazione dei comportamenti devianti, ovvero la labelling theory, fondata sull'importanza che i processi di "definizione" delle situazioni rivestono all'interno della vita sociale.
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