sabato 28 marzo 2020

VILFREDO PARETO




Pareto: l'agire umano tra logica e non-logica

Pareto | ~ gabriella giudiciUn contributo  alla nascente scienza della società proviene da Vilfredo Pareto.
Per Pareto la sociologia non è una disciplina specifica e distinta, ma un corpus di concetti e dottrine che riguardano, in generale, la società, il diritto, la morale e la politica.

Il fulcro di tali questioni è, per Pareto come per Weber, l'agire umano, che Pareto tuttavia classifica in modo diverso e originale .
Secondo il sociologo italiano le azioni umane possono essere: 
  •  logiche, cioè azioni in cui la connessione tra «mezzi» e «fini» presente nella mente del   soggetto agente ha una rispondenza oggettiva nella realtà, 
  •  non-logiche, cioè azioni in cui questa rispondenza manca.

Tuttavia, mentre la prima azione è logica, perché istituisce un nesso empiricamente riscontrabile, la seconda non lo è, perché il nesso che istituisce esiste solo nella mente del marinaio stesso.
Definire un'azione "non-logica" non significa ritenerla risibile o priva di significato: 
  • la distinzione tra logico e non-logico è spesso un'astrazione, 
  • le scelte non-logiche, pur non essendo l'esito di un ragionamento, hanno un qualche fondamento: esse scaturiscono da ciò che Pareto chiama «residui», cioè da quegli impulsi e da quegli stati emotivi di base a cui la natura umana obbedisce, e dalle «derivazioni», ossia dalle razionalizzazioni che, a posteriori, l'essere umano adduce a sostegno della sua condotta. 

Secondo Pareto, è impossibile comprendere il mondo sociale senza tenere conto delle azioni non-logiche e dell'universo simbolico in cui esse affondano le loro radici.
L'identificazione della sfera non-logica con l'ambito in cui il legame soggettivo tra mezzi e fini non coincide con un nesso oggettivamente esistente conduce lo studioso a una conclusione interessante. Può accadere, che un'azione non-logica compiuta dal soggetto per un determinato scopo si riveli in realtà funzionale al conseguimento di un altro obiettivo, non intenzionalmente perseguito dal soggetto ma logicamente implicato nella sua scelta.
Distinguendo tra il legame oggettivo mezzi fini e il legame percepito soggettivamente dall'individuo agente, Pareto accoglie implicitamente il principio dell'eterogenesi dei fini, formulato pochi anni prima dallo psicologo tedesco Wilhelm Wundt, e lo estende dalla vita psichica individuale all'intera realtà sociale.
Nella sua formulazione più generale, tuttora sottoscrivibile da ogni attento studio della società, tale principio è sintetizzabile in questi termini: gli effetti più importanti delle intenzioni vanno spesso al di là delle finalità intenzionalmente perseguite dai loro autori, e pertanto la realtà sociale non può essere compresa unicamente partendo dagli scopi che gli individui perseguono o dai valori in base ai quali orientano il loro agire.
Cos'è la logica e perché nessuno se la fila - Scienza con la ...


La Scuola di Chicago

A Chicago viene fondata l'università, all'interno della quale nasce il primo Dipartimento di sociologia degli Stati Uniti, è in questa struttura che prende forma la prima vera e propria riflessione sociologica sulla città, sviluppata dagli studiosi di quella che ancora oggi è conosciuta come "Scuola di Chicago". 
La Scuola di Chicago faceva capo a due sociologi in particolare: William Thomas  e, soprattutto, Robert Park.
Per via dello stretto legame che unisce la nascita della sociologia alla società industriale e quest'ultima allo sviluppo della civiltà urbana, possiamo dire che la città costituisce fin da subito un oggetto privilegiato della ricerca sociologica. 

Nello specifico, ciò su cui si concentra l'attenzione degli studiosi è la peculiarità del "vivere" urbano, capace di stravolgere modalità consolidate di socialità e interazione . 
Park muove dall'assunto che anche i fenomeni sociali debbano essere compresi in relazione a quei meccanismi di competizione, selezione e adattamento che, secondo la biologia, sono alla base del rapporto tra gli organismi e il loro ambiente: questa prospettiva interpretativa viene detta "ecologia umana". 

Secondo Park, anche la città va studiata in quest'ottica: si tratta di capire come i meccanismi suddetti intervengano nell'occupazione dello spazio urbano e nella definizione dei rapporti tra gli individui che lo abitano. 
Nel saggio " La città: indicazioni per Io studio del comportamento umano nell'ambiente urbano" Park si interroga in particolare sulla direzione che il modo di vita urbano imprime ai comportamenti umani e alle relazioni tra gli individui. 
Nota come la divisione del lavoro conseguente all'urbanizzazione abbia creato nuove figure professionali e nuove istituzioni e organizzazioni che sostituiscono le tradizionali reti di relazione tra le persone. 
Queste nuove realtà creano a loro volta nuovi "tipi" umani e nuove dinamiche relazionali. 
Park afferma che l'ampiezza della popolazione urbana comporta per forza di cose una grande eterogeneità e l'affermarsi di condotte anticonformiste, che in altri contati sarebbero scoraggiate dalla disapprovazione sociale.
I diversi tipi umani che vivono nella città tendono a dare vita a tanti piccoli "mondi" sociali, fisicamente vicini tra loro ma culturalmente distanti. 

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