domenica 12 gennaio 2020

IL RACCONTO MITICO


I miti 

I miti sono narrazioni che esprimono in un linguaggio fantasioso e ricco di immagini temi fondamentali come l'origine del mondo, la nascita degli dei, i rapporti degli uomini tra loro e con altri esseri viventi. Sono definiti anche "racconti fondativi", perché servono a spiegare o giustificare una situazione presente cercando le origini nel passato.
Tutte le società hanno elaborato dei miti, ci sono delle differenze importanti tra la funzione che i miti svolgono nelle culture prive di scrittura e il loro ruolo nelle società che hanno elaborato un pensiero scientifico e ricostruiscono il loro passato attraverso l'indagine storiografica.
Al contrario, nelle culture tribali, il mito ha funzioni sociali molto importanti, serve a organizzare il tempo e a definire il rapporto tra passato e presente.I miti infatti iniziano con formule standard tipo "un tempo" "una volta" "molto tempo fa", per sottolineare la distanza.
A proposito Claude Levi-Strauss dice: "il mito è una storia dei tempi in cui gli uomini e gli animali non erano ancora distinti", ma è anche una storia dei tempi in cui l'umanità cercava spiegazioni totali della realtà.


Levi-Strauss: la grammatica dei miti

L'analisi dei miti è uno dei punti di forza dell'antropologia strutturale di Lévi-Strauss, che a questo  tema ha dedicato il ciclo delle Mitologiche, comprendente 4 volumi:


  •  Il crudo e il cotto (1964),
  • Dal miele alle ceneri (1966),
  •  L'origine delle buone maniere a tavola (1968),
  • L'uomo nudo (1971).
 Nei titoli di questi volumi c'è un richiamo al passaggio dalla natura alla cultura che costò all'umanità la rottura definitiva dell'unità tra mondo celeste e mondo terrestre; di questo passaggio il mito è stato la voce narrante sia per cercarne delle spiegazioni sia per rievocare nostalgicamente un'età dell'oro tramontata per sempre.A Lévi-Strauss non interessa chiarire a che cosa servano i miti e quali siano le loro funzioni sociali; egli preferisce considerare il mito in se stesso e porlo in relazione con altri miti allo scopo di individuare una sorta di grammatica sottesa ai racconti.

 La sua analisi si concentrò su un vasto repertorio di miti del continente americano e si rivelarono punti fermi:
  •  l'esistenza di natemi, ovvero di nuclei narrativi di base ricorrenti in moltissimi miti. Lo stesso nucleo narrativo può essere presente in miti di popolazioni vicine o lontanissime tra loro ed è soggetto a variazioni, talora evidenti, altre volte impercettibili;
  •  il modo in cui i nuclei narrativi si combinano tra loro nello sviluppo della storia: possono contrapporsi, essere  complementari, analoghi, apparire, sparire, alternarsi: tutto ciò secondo regole di combinazione che richiamano quelle della grammatica o delle figure retoriche.

Al termine del suo lavoro Lévi-Strauss comprese che la costruzione dei racconti mitici non è del tutto libera ma obbedisce a un certo numero di regole, paragonabili a quelle che presiedono all'articolazione del linguaggio parlato: dopo la scoperta delle strutture della parentela, l'analisi paziente dell'etnologo portò alla luce le strutture del mito: non contenuti funzioni, ma regole di trasformazione e combinazione dei nuclei narrativi.

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